18 Maggio, 2022

Giordano Cottur: eroe per un giorno

A cura di De Marchi

Settantasei anni fa il primo Giro d’Italia del dopoguerra fu un’edizione movimentata, soprattutto per quanto riguarda la tappa numero dodici, quella da Rovigo a Trieste. Preannunciata come poco più che un tranquillo trasferimento, prevalentemente pianeggiante, ebbe per assoluto protagonista Giordano Cottur, leader della squadra alabardata con base nel capoluogo giuliano. All’approssimarsi del traguardo infatti, in prossimità di Pieris, il gruppo fu bombardato di sassi da parte dei separatisti slavi. L’organizzazione decise allora l’immediata interruzione della corsa e l’annullamento della tappa. Ai corridori fu offerta la scorta del locale esercito americano, di stanza sul vicino confine jugoslavo, per rientrare in albergo ma un gruppo di valorosi, capitanati proprio da Cottur, decise di continuare ugualmente e riuscì ad arrivare al traguardo, dove fu portato in trionfo dalla popolazione che aveva seguito la vicenda per radio. Avvolto nella bandiera triestina, Cottur disse che quello fu il momento migliore della sua carriera.

Giordano Cottur all’arrivo allo stadio di Trieste il 30 giugno 1946

Smessa la carriera di corridore nel 1950, Giordano Cottur divenne allenatore, dapprima della Wilier Triestina e successivamente della Bottecchia e della Leo Chlorodont, tutte vestite da De Marchi.

Giordano Cottur e Emilio De Marchi al Giro d’Italia del 1952

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15 Marzo, 2024

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