All’inizio c’era il caos. Dopo l’invenzione della prima bicicletta a propulsione meccanica, nel 1839, la prima gara ciclistica sembra avvenne a Parigi, nel 1886. Il ciclismo divenne poi sport olimpico fin dalla prima edizione moderna della competizione decubertiniana, nel 1896. Essendo uno sport individuale agli esordi, l’abbigliamento era perlopiù casuale. Ciascuno indossava ciò che aveva, di cotone o lana, non essendo ancora state inventate le fibre sintetiche.
Fino al 1903, anno in cui Maurice Garin vinse il primo Tour de France della storia, l’abbigliamento da ciclismo vero e proprio non esisteva ancora. Egli infatti indossava un maglione, presumibilmente di lana e dei pantaloni eleganti, con sopra i calzini per evitare che si incastrassero nella catena. La prima maglia per ciclismo di cui si abbia notizia apparve in Francia pochi anni dopo.
Due combattono, uno vive. La lana divenne presto lo standard nell’abbigliamento da ciclismo perché, diversamente dal cotone, assorbiva meno acqua ed asciugava più velocemente. Le fibre sintetiche invece non faranno la loro comparsa nel ciclismo prima di metà anni settanta, nonostante furono inventate nei primi anni trenta, mantenendo quindi il primato della lana per circa settant’anni.
Nei primi anni cinquanta però un’altra fibra naturale, la seta, fece la sua fugace apparizione nell’abbigliamento per ciclismo. Diversamente da quel che si pensa però non sostituì mai la lana. Infatti, nonostante la sua iniziale popolarità, finì per essere usata quasi esclusivamente per le gare su pista. La seta infatti non traspirava neppure lontanamente come la lana ed a quei tempi era considerata troppo leggera per la più parte delle gare in primavera. Con l’avvento delle fibre sintetiche poi, sia la lana che la seta vennero completamente soppiantate dal poliestere.
De Marchi però, mantenendo fede alla propria vocazione innovativa, ha lavorato per anni allo scopo di unire le migliori caratteristiche della seta, compensando i suoi pochi difetti con l’innesto di fibre di poliestere riciclato, in modo da aumentarne la traspirabilità. Il risultato è un materiale di sintesi superleggero ma tenace allo stesso tempo. Nella primavera del 2020 infatti, grazie ai nostri partner tecnologici a Como, luogo di elezione per la produzione della seta a livello mondiale, abbiamo creato ProSilk, che dona volume mantenendo un peso contenutissimo.
ProSilk rappresenta la punta di diamante dell’offerta ad alte prestazioni De Marchi con la maglia e l’intimo Superleggera ed il pantalone Superleggero con bretelle.
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