Correva l’anno 1990 quando W.L. Gore approcciò De Marchi per capire come poter stampare su Gore-Tex.
All’epoca il presidente di Gore Italia era Riccardo Palese, un ex ciclista che aveva corso con abbigliamento De Marchi in passato.
Brevettato nel 1976 da Wilbert L. Gore, un chimico delle DuPont, il Gore-Tex fu usato per la prima volta in un capo da ciclismo nel 1985. Si trattava del giubbino “Giro”.
Inizialmente realizzato solo di colore arancione, il tessuto del “Giro” univa la famosa membrana in PTFE impermeabile ad uno strato esterno setoso ed un rivestimento morbido a contatto con la pelle in un materiale laminato a tre strati, appunto.
L’estetica però lasciava a desiderare e con un prezzo di 200 marchi sul mercato tedesco di allora, andava migliorata.
Fu così che De Marchi suggerì di cambiare il rivestimento esterno del tessuto in poliestere, in modo da poter essere stampato in sublimazione per avere più possibilità di personalizzazione.
Ma il giubbino era comunque più rigido dei normali capi di abbigliamento per ciclismo che erano realizzati perlopiù in Lycra già allora. Fu così che De Marchi suggerì di realizzare un capo con la parte anteriore in Gore-Tex e quella posteriore e le maniche in materiali elasticizzati.
Questo però era contrario agli standard di Gore per cui i capi dovevano essere realizzati interamente in Gore-Tex in modo da garantirne l’impermeabilità.
Fu così che da un’esigenza pratica nacque un nuovo prodotto: il tessuto Windstopper fu infatti presentato di li a poco, nel 1992.
Si trattava sostanzialmente dello stesso materiale che però adesso poteva essere usato anche parzialmente all’interno di un capo e quindi poteva essere dichiarato solamente impermeabile al vento, ma era comunque una innovazione notevole, che permetteva inoltre una elevata traspirabilità.
E fu così che l’idea di una maglia per ciclismo antivento iniziò a prendere forma nelle rispettive idee sia di Gore che di De Marchi.
La “Magliavento” nacque in quel momento e fu presentata ai mondiali di Mountain Biking UCI a Bromont, Canada, nel settembre dello stesso anno, dove vinse il titolo mondiale con Henrik Djernis. Il primo modello fu commercializzato da De Marchi l’anno successivo.
Da allora la Magliavento è rimasta sempre in produzione alla De Marchi dove è stata perfezionata anche grazie all’avvento delle membrane elasticizzate, che hanno consentito nuovamente di realizzare un capo interamente antivento.
La nuova generazione di Magliavento, Cortina, è ora disponibile esclusivamente su demarchi.com.
All’inizio c’era il caos. Dopo l’invenzione della prima bicicletta a propulsione meccanica, nel 1839, la prima gara ciclistica sembra avvenne a Parigi, nel 1886. Il ciclismo divenne poi sport olimpico…
Leggi oraSettantasei anni fa il primo Giro d’Italia del dopoguerra fu un’edizione movimentata, soprattutto per quanto riguarda la tappa numero dodici, quella da Rovigo a Trieste. Preannunciata come poco più che…
Leggi oraTra coloro che contribuirono in modo determinante all’affermazione dello stile nel ciclismo degli anni d’oro, a parte l’immortale Coppi o Fiorenzo Magni (specialmente per i suoi modi signorili), vi furono…
Leggi oraEsattamente cinquant’anni fa “l’aquila del Canavese” vinceva il suo primo di due giri d’Italia consecutivi in maglia De Marchi. Ecco la verità sul suo nome. Nato a Nole Canavese, borgo…
Leggi ora